IDEO GUDETA: FEMMINICIDIO DI UNA DONNA IMPEGNATA A CAMBIARE IL MONDO

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Una sconfitta per tutti che possa condurre a rivalutare il ruolo sociale dell’avvocatura in Italia

Ieri è stato per me un giorno molto triste, il barbaro omicidio di Ideo Gudeta che la nostra Nazione aveva avuto il privilegio di ospitare e proteggere, mi ha spezzato il cuore.

Era scappata dal suo Paese perché minacciata: era un’attivista che si batteva contro il land grabbing (l’accaparramento dei terreni in danno dei contadini da parte delle multinazionali), molti dei suoi compagni erano stati uccisi, lei è riuscita a scappare miracolosamente perché avvertita da un funzionario pubblico”, ha spiegato Caterina Amicucci, attivista per i diritti umani, ambientalista e amica di Gudeta.

Era stata costretta a lasciare l’Eritrea per rifugiarsi in Italia, dove in Trentino aveva recuperato dei terreni abbandonati ed allevava le sue amate capre in via d’estinzione, fondando l’azienda agricola “La Capra Felice“. I motivi del barbaro gesto sono ancora da chiarire, ma la follia femminicida sembra essersi scatenata durante una lite con un suo dipendente circa la retribuzione. Si, perché ad ucciderla sarebbe stato un pastore ghanese di 32 anni da lei accolto ed assunto. Dalle prime ricostruzioni appare che il suo assassino abbia anche abusato di lei in fin di vita. Nei prossimi giorni, si spera avremo un quadro più chiaro dell’accaduto.

Una riflessione però, sul ruolo dell’avvocatura in Italia e l’importanza della consapevolezza dei propri diritti, può scaturire da questa immane perdita per l’umanità, ovvero su quanto importante sia vivere in uno Stato di diritto, che permette la risoluzione dei conflitti personali attraverso la via giudiziaria. Quanto fondamentale sia l’educazione civica per i nostri giovani e l’educazione alla legalità, in ogni sua forma. Quanto la legge e le tutele che questa ci fornisce, abbiano reso la nostra società meno violenta e più sicura, come dimostrato da inconfutabili dati storici. E quanto questa consapevolezza, ovvero l’educazione alla legalità ed i vantaggi che ci ha offerto e ci offre per il futuro, debba essere il punto fermo della formazione di noi cittadini. Soprattutto di coloro che in questo Paese sono arrivati, arrivano ed arriveranno con meno strumenti di noi.

Vanno messe in campo politiche attive per avvicinare il più possibile le persone a questi temi, per renderli maturi e consapevoli circa i loro diritti ed i doveri che hanno verso gli altri nel vivere civile, in uno stato di diritto. Appare assurdo che ancora oggi, anche in un Paese come l’Italia, si possa uccidere per il ritardato pagamento di una mensilità lavorativa.

Appena appresa la tragica notizia ho sentito subito il dovere di raccontare a mia figlia di undici anni ed ora a voi, che Gudeta era una donna coraggiosa e generosa. Avrebbe potuto rimanere negli Stati Uniti dove era emigrata la sua famiglia di origine, ma decise di tornare in Eritrea e lottare per i più deboli ed i loro diritti, tra cui quello fondamentale (riconosciuto nelle carte internazionali dei diritti umani) di poter rimanere nelle proprie terre, invece di riversarsi disperati quali profughi in Europa.

Non dobbiamo, infatti, mai dimenticare che queste donne e questi uomini esercitano il diritto di emigrare, in quanto sovente è stato prima violato il loro fondamentale diritto umano a poter prosperare e rimanere nel proprio Paese.

Il Governo, il Ministero della Giustizia, il Consiglio Nazionale Forense, i consigli dell’ordine degli Avvocati, gli Enti locali, i sindacati, i patronati, le associazioni degli avvocati, le associazioni dei consumatori e la società civile tutta, attraverso gli svariati mezzi di comunicazione di cui fortunatamente oggi disponiamo dovrebbero compiere opera di sensibilizzazione della nostra comunità nazionale, oltre che favorire l’accesso per tutti alla giustizia attraverso le avvocate e gli avvocati italiani. Sono convinto che molte/i di loro sentono la professione come una missione, per tale ragione sono sicuro che anche volontariamente saranno pronte/i a fare la loro parte.

Tutti, però, siamo chiamati a raccogliere questa sfida e collaborare con le istituzioni, per consentire alle risorse ed alle energie umane presenti nel nostro Paese di esplicarsi implementando e impiegando al meglio, oltre alle risorse economiche statali quelle spesso scandalosamente inutilizzate del Fondo sociale europeo, volto alla promozione dell’inclusione sociale, dell’apprendimento ed al miglioramento della capacità istituzionale.

Avvocato Casto Geremia

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